< Pagina:Poesie (De Amicis).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 248 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poesie (De Amicis).djvu{{padleft:256|3|0]]
ALLA CORTE D’ASSISE.
Del giornalista pio sorda ai sermoni
Venne alla Corte la contessa Lida
E alzando il capo in fiero atto di sfida
Aprì la folla a furia di spintoni;
E divorò cogli occhi i testimoni
E i cenci insanguinati e l’omicida,
E udì sozzi secreti e insulti e strida
Di baldracche, di ladri e di lenoni;
E uscita affranta e calda, avidamente
Rimuginando in capo il turpe dramma
E il gergo osceno dell’oscena gente,
Col volto grave e colle ciglia chine
Ritornò a casa sua da saggia mamma
A ingentilire il cor delle bambine.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.