Saettati dal sol bianco, tra gli erti
Massi del monte folti d’arboscelli,
Gli arabi vanno su, coi grandi e belli
Occhi cercando gli orizzonti aperti;

E sui mori di cappe ampie coverti
E sui bruni cavalli asciutti e snelli
Levan la testa i lenti alti cammelli
Dal queto occhio benigno uso ai deserti;

E non trema all’immota aura uno stelo
E tutto dorme in un silenzio arcano
Sotto la tersa immensità del cielo;

Solo dal bianco suo covo romito
Un santo centenario urla il suo vano
Desolato lamento all’infinito.