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ALL’ACQUE DOLCI.


Muto e non visto, all’ombra degli allori,
Sulla sponda io sedea d’una fontana,
E una bianca e superba musulmana
Posava mollemente in mezzo ai fiori.

E da tergo su lei gl’indagatori
Occhi velati di tristezza arcana
Fissava il servo, che l’infamia umana
Fa custode impotente degli amori.

Ei lungamente divorò cogli occhi
La rosea veste, che sui fior del prato
Stendendosi, parea che l’attraesse;

Poi cautamente reclinò i ginocchi,
E un lungo e muto e ardente e desolato
Bacio, fremendo, sulla veste impresse.

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