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VI.

Povero core! Povero bambino!
Era un angiolo d’anima e d’aspetto;
Pareva un fiore, — e qualche riccioletto
Gli usciva già di sotto al cuffiettino.

La notte, lo cullavo — e sul mattino
Venía — nudo e ridente — nel mio letto,
E sgambettando mi puntava al petto
E contro il volto il suo rosso piedino.

Ed ogni sera — in lui rapito — chino
Teneramente sul suo bianco nido,
Gli coprivo di baci il corpicino;

E in mezzo ai baci mi fuggía dal core
Un gemito, un singhiozzo, un riso, un grido,
E cadevo in ginocchio ebbro d’amore.

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