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e lieto scherza il venti cel sereno.
Di meraviglia pieno,
a vagheggiarla io stava
35lá di qua’ salci in mezzo,
mentr’era il gregge al rezzo;
ma s’accorse ella poi ch’io la guardava,
e quinci in un momento
ratta fuggissi via con pie di vento.
40Cara pianta felice,
il ciel , deh ! non consenta
che ti venga mai fatta offesa alcuna.
La tua salda radice
secco giammai non senta,
45e ognor sia l’ombra tua piú fresca e bruna.
Giove, che i nembi aduna,
mai non ti spogli e scuota
delle tue foglie dense,
e con le fiamme incense
50della folgore sua non ti percuota.
Né d’Aquilon la rabbia,
né mai colpi di scure a provar abbia.
Sopra querce ed abeti
si veggan le tue cime
55via piú sempre alto gir di giorno in giorno.
Tutti giocondi e lieti,
cantando in dolci rime,
in te gli augei sicuro abbian soggiorno.
Alla tua scorza intorno
60io scriverò in bei versi
i bei pregi di quella,
di cui cosa piú bella
né mai si vide né potrá vedersi.
Cara felice pianta,
65ben superba gir puoi di gloria tanta.
Poeti minori del Settecento - 11. 8