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CANZONE V.

Filli dal viso bianco,

deh, vien’, Fillide bella:

mostrami lo splendor degli occhi tuoi.

Vieni, e da questo branco
5o pecora od agnella

scegli, Filli gentil, qual piú tu vuoi;

ed a mio padre poi,

il qual di sera in sera

tutte all’entrar del chiuso
10ha di contarle in uso,

dirò: — Il lupo la tolse, e il can non v’era; —

che appunto questa mane,

non so perché, rimase addietro il cane.

Per valli o per montagne
15non va pascendo gregge

che possa pareggiarsi al gregge mio.

E infra le sue compagne

non ha chi la paregge

quella pecora lá, che or passa il rio.
20Quella a te dar vogl’io:

par proprio che di neve

candidissime e terse

abbia sue lane asperse.

A te dar la vogl’io: tu il don ricevi;
25e in grado aver lo dèi,

che gradiscon i doni anco gli dèi.

Sai, Fillide, ch’io spesso
ti fo degli altri doni,
che all’uscio in bei canestri appender soglio:

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