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or si fé’ aguglia e or toro,
65or bel candido cigno e or pioggia d’oro.

Se Filli all’ombra posa,

i’ vorre’ allor cangiarmi

nell’arbpr che so vr ’essa i rami spande;

e vorrei poscia in rosa
70o in giglio trasformarmi,

se Filli al suo bel crin tesse ghirlande:

e, ad alleggiar quel grande

dolor che m’arrech’ella

col suo fuggir protervo,
75augello o daino o cervo

esser vorrei, qualor fugge si snella,

che, se allo sguardo credi,

par che vada con l’ale e non co’ piedi.

Allor giá non potrebbe
80dinanzi al correr mio

fuggir si, ch’io perdessi alfin sua traccia.

Se non che, a sdegno avrebbe

d’esser raggiunta; ed io

cosa non vo’ mai far che le dispiaccia.
85Deh, anch’ella piú non faccia

cosa di mio dolore!

non voglia ch’io sopporti

piú cosi lunghi torti.

Ma perch’io sto pur qui perdendo l’ore?
90Meglio è ben girne, o sciocco,

a mieter l’erba od a raccór lo sbrocco.

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