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CANZONE Vili.
Dolce tra foglia e foglia,
gentil Fillide mia,
dolce armonizza il sibilar dell’ora.
Dolce il ruscel gorgoglia
5giú per sassosa via,
e dolce l’usignuol nel bosco plora.
Ed io pur dolce ancora
co’ miei versi molcendo
vo d’ ognintorno i poggi.
10Filli, m’ascolta, ch’oggi
la canzon del ciclope a cantar prendo,
quand’egli tutto ardea
d’amor per Gal atea.
A lusingar la diva,
15su le marine sponde
sovente udiasi modular sua canna;
e lei, superba e schiva,
chiamava fuor dell’onde.
— O mia dolce tiranna,
20— egli dicea, — deh, lascia
l’algoso albergo ai pesci;
deh, Galatea, fuor esci
e vieni a ristorar mia grave ambascia!
Deh, Galatea, deh vieni
25a far miei di sereni!
O chiaro almo splendore
de’ tremuli cristalli,
non può cosa trovarsi a te simile.