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Ode Ricciarda i gemiti

di famigliuole grame;

le lagrime si tergono,

pronta è l’esca alla fame,
65pronto ai bisogni il provvido

sovvenimento sta.

Piú gli orfani non sentono

il genitor rapito,

le desolate vedove
70men piangono il marito,

onesta impara ad essere

la turpe povertá.

E la perdemmo! ahi miseri,
che fummo al cielo in ira!

75Ah! no. Viv’ella, e l’aureo

sol vede e il giorno spira,
e tutta di sua gloria
empie l’Ausonia ancor.
All’alta madre simile,

80l’augusta figlia or vive,

dal ciel serbata a reggere.
Frigido, le tue rive:
vive ancor la grand ’anima,
la mente, il senno, il cor.

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