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IV - PER LA STATUA A FRANCESCO TERZO D ESTE 159

Cadon per lui le annose
fosche magion degli avi,
e per lui maestose
sorgon di marmo gravi;
125Modena in ampie strade

stupir dee di se stessa:
nova regal cittade
del suo gran genio impressa;

cittá che a l’altre segni
130la splendida palestra,

diletta ai sacri ingegni,

d’ogni saper maestra.

Ivi in suo pieno lume

Febo e Minerva splenda,
135e il ver, diffidi nume,

solo ivi l’alme accenda.

Sorga Appennin sublime
dubbio a le nubi in grembo;
su le selvose cime
140percota il vento e il nembo;

eterna si diffonda
neve a l’eterne spalle;
precipitando l’onda
èmpia d’orror la valle:

145pur, se Francesco imperi,

Appennin, piano il dorso,

per facili sentieri

dará sicuro il corso.

Meglio che in prose e in carmi,
150il regal genio estense,

meglio che in bronzi e in marmi,

scritto è ne l’opre immense.

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