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VI - URANIA PER LE NOZZE D’UN MONTECATINI DI LUCCA 165

Conobbe ognun suo gregge,
pose ciascun suoi limiti al terreno:
senti de l’util legge
60la indomita licenza il primo freno.

La nuzial facella
piacque a l’amante ardito,
e rise la donzella
a l’unico marito.

65O Imeneo, tu primiero

recasti a l’uom felicitá verace.

Sotto il tuo dolce impero

venner teco nel mondo ordine e pace;

teco il pudico letto,
70le caste voglie e pure;

teco il fraterno affetto,

e le sanguinee cure.

Giust’è che i sacri canti

Pindo tutti a te volga e te sol lodi:
75sono immensi i tuoi vanti,

immenso è il fonte de’ pierii modi.

Qual di non è per noi

di nuove rime ornato ?

De* benefici tuoi
80qual di non è segnato?

Serchio, beato fiume,
che fra il silenzio de l’opaca riva
godi per tuo costume
cingere il crin de la palladia oliva,
85e la sterile sponda

ammiri in tuo viaggio,
cui libertá feconda
col portentoso raggio;

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