< Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

55Tal l’Aurora, allor che sgombra

gli astri e l’ombra,
d’oriente appar sul varco:
tal portento a chi la miri
offre l’Iri

60sul dipinto e lucid’arco.

Vieni, o bella: a te di fiori
van gli Amori
il sentier spargendo intorno:
garzon fervido sospira,
65e s’adira

al sol pigro, al lungo giorno.

Del tuo sposo agli aurei tetti
deh! t’affretti

Imeneo, che seco or geme:
70deh! t’affrettino gli augúri,

che sicuri
batton l’ale a tanta speme.

In te guarda Italia e gode:
fia tua lode
75ravvivar quel sangue altero,

che del fertile Piceno
sul terreno
ebbe scettro ed ebbe impero.

Godi Italia, poiché Giove
80glorie nòve

a te serba e arride ai voti.
Rivedranno i tardi lustri
gli avi illustri
nei magnanimi nepoti.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.