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25Amor, che sol d’ingenue
delizie il cor pascea,
accese in fiamme livide
la face impura e rea;
e la vergogna ignota,
30che tacer mal sofferse,
rimproverando emerse
su la vermiglia gota.
De la divina imagine
piú non conobbe l’orme
35l’alma a sé consapevole
de le mutate forme:
il fren del giusto infranse
vizio, dei cor tiranno;
e nel protervo inganno
40tacque virtute e pianse.
Impaziente, indomita,
ira nel sangue esulta,
minaccia inesorabile,
e vendicata insulta:
45invan di torri puote
cingersi e d’ardue mura
la vigile paura;
ira le torri scote.
A l’altrui riso, pallida
50invidia il cor si rode,
e le calunnie medita,
dolente de la lode.
Seco è la fraude, seco
biasmo che mente zelo,
55e, d’amistá col velo,
il tradimento cieco.