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IX

INNO A ROMOLO

CORO DI ROMANI
PER INTERMEZZO A UNA RAPPRESENTAZIONE SCENICA.

Forse è ver che fuggisti
l’ingrata tomba e il pigro stagno e nero,
e, tratto al ciel per lucido sentiero
sovra il cocchio di Marte, ai dii salisti?

5Padre di nostra gente,

padre Quirin, tu con gli dii t’assidi
e a l’alta mensa il nettare dividi,
che versa agli immortali Ebe ridente.

A la tua fausta cuna
10die’ segno il ciel d’insoliti portenti,

e, certe omai di presagiti eventi,
sorrisero al Tarpeo gloria e fortuna.

Lungi suo corso volse
l’onda del Tebro riverente e cheta:
15sotto l’irsute poppe, mansueta,

te pargoletto orrida lupa accolse.

Tu col favor paterno
apristi il solco a le sorgenti mura,
ove dovea la libertá secura
20fondar le basi de l’impero eterno.

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