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I - AMORI

Pur, se dal tuo giudizio
dissento, il porta in pace:
negletto e senza studio
piú il viso tuo mi piace.

Tal da’ superbi talami
dell’ampia reggia achea,
sciolta dal caro Pelope,
Ippodamia sorgea;

tal dallo speco emonio,
ove a Peleo soggiacque,
35madre tornò del tessalo

l’azzurra dea dell’acque.

Ma giá tuo dolce imperio
la fida ancella invita;
ella s’appressa; e all’opera
40stende la destra ardita.

Giá dal notturno carcere
i crini aurei sprigiona,
ed all’eburneo pettine
gl’indocili abbandona.

45Segui, o fra quante furono

illustri ancelle esperta:
felice te! la grazia
della tua donna è certa.

Te nulla turbi, e rigido
50guardi silenzio il loco,

solo garrisca l’indico
verde amator del croco.

Oh quante volte il frigio,
caro alla greca altera,
35tacque, e con lui di Priamo

tacque la reggia intera!

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