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Ella può, se percote
in sul temprato cembalo
le degradanti note,
60l’alma coi modi armonici rapir;

mentre, piú tardo e lento
il grave suon vibrandosi,
con vivace concento
s’ode il frequente acuto tintinnir.

65Perché al divin sembiante

ne’ moti or tardi or celeri

rispondano le piante,

a lei le franche danze Amor segnò:

ei le cadenti braccia
70sovra del fianco immobile;

ei la serena faccia

sul bel collo pieghevole formò.

Ei dalla fonte immensa,

che nel fulgor settemplice
75i giorni al ciel dispensa,

trae l’alme vene d’ immortai color,

se con gentil fatica

ella nel dotto archetipo

della gran madre antica
80imita il vario dedálèo lavor.

O per l’alme virtudi
chiara, e, pel vasto genio
degli ammirati studi,
cui maggior nella terra altra non fu;
85qual per divin sapere

splende l’armata Pallade

sulle native sfere,

tal sembri a noi, borbonia dea, quaggiú.

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