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Temi n’è a guardia, vindice
65sua: lei frode ognor teme:

l’eterno fiele invidia
tacita nel cor preme:
valor, che premio spera
ove virtú sia giudice,
70s’affretta in sua carriera.

Di quanto sudor nobile
d’onor non tinse il calle
questi, cui l’ostro adriaco
il petto orna e le spalle,
75cui, consentendo il vero,

lunghi plausi accompagnano
nel trionfai sentiero!

Quanto a’ Pisani debbano
le venete contrade,
80testimon ricordevole

n’è Chioggia ad ogni etade,
e sul mar debellato
le infrante prore, e il ligure
insultator fugato.

85Premean cent’ use a vincere

navi l’umil laguna:
quel di, Vinegia, l’ultimo
parve di tua fortuna.
Cinge Vittor l’usbergo:

90Marte mutato, fulmina

al vincitor sul tergo.

Doria, terror del pelago,
fugge ove scampo trovi:
Altrove — ei dice — il bellico
95nostro furor si provi.

Solo si freni e taccia
dove il lion magnanimo
da l’antenna minaccia:

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