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XV - PER FANCIULLA TENUTA AL BATTESIMO DA CARLO III I95

25Carlo è l’astro che riluce

su’ tuoi celebri natali :

dunque esulta all’alma luce,

a cui gemono i mortali.

Pianga, è giusto, ognun che nasce;
30a te sola miglior fato

di beato

riso illumini le fasce.

Carlo te sua figlia noma,

Carlo il grande, che l’ibero
35serto cinge in su la chioma,

cui l’uguale il mondo intero,

a cui simile non mira

l’aureo sole, che, nascente

e cadente,
40a lui suddito s’aggira.

Spiri appena l’aure prime
e rispondi co’ vagiti,
che il tuo nome in mille rime
chiaro vola e in mille liti.
45L’ode Ausonia, Iberia l’ode,

Appenino arduo ne suona,
e ragiona
con Cirene di tua lode.

Stupor tanto e meraviglia
50l’Oceano ebbe allor forse,

quando, in nitida conchiglia,

sulle spume argentee sorse

improvvisa Citerea:

tutto Olimpo, al gran fulgore
55spettatore,

adorò d’amor la dea.

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