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Pieni di Dio ragionano,
loo pieni de’ suoi decreti,

lungo il Giordano e il Siloe,

fatidici profeti;

e a r immortai concento

fra la nebbia de’ secoli
105tien fede il tardo evento.

O santo estro profetico,
dato a l’uman pensiero
perché l’ingrate tenebre
vinca il fulgor del vero,
no perché cessi ogni danno

de le forme che velano
il lusinghiero inganno:

quale te giá mirarono
di Giuda un tempo i regni,
115forse tra noi risplendere

a* di tardi non degni?
Forse è la tua virtute
di segnar stanca agli uomini
le vie de la salute?

120Ma no: d’Olimpo l’ardua

soglia non piú si serra
al commercio ammirabile
del cielo e de la terra:
anco in fervide note

125la voce udiam, che al Libano

i cedri infrange e scote.

Si, quella è pur, che spandono
in cosi largo fiume
duo che parlando esprimono
130l’aura e il favor del nume:

duo che dai sacri rostri
di doppio onor coronano
fra noi d’Ignazio i chiostri.

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