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Porgimi dunque, porgimi,
com’hai per uso, i baci
30lunghi, lottanti ed umidi,

ch’abbiano per seguaci
gli aneliti e i sospir.

Non cosi spesse turbino
repulse i miei diletti,
35ben che fra tanti affetti

sia dolce anche il languir.

Né mi dorrò che livide
sul collo e su le gote
l’orme frequenti appaiano
40de le lascive note

che il dente tuo segnò:

odio chi lenta e immobile
i piacer sommi accoglie;
donna di fredde voglie
45giammai non amerò.

Numi! io vaneggio. Ingannami
imaginato bene.
Tu fra l’orrore indebito
di solitarie pene
50guidi piangendo i di;

e me di rupi inospite
vedran le spiagge in breve,
che di perpetua neve
il verno ricopri.

55Ah, péra chi dividere

osò due cor costanti!

costui, sacro a l’Eumenidi,

sanguigne ombre volanti

abbia d’ intorno ognor.
60Maligna a lui sia Venere,

torbido sempre il Fato:

un rivai fortunato

insulti il suo dolor.

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