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T’amo: ma in sen mi svegliano
certo le fiamme audaci
de le figlie dell’ Èrebo
piú che d’Amor le faci:
65t’amo ; ma in me tutt’orrido,
tutto colpevol è.
Rei son questi che sgorgano
sospir dal core oppresso;
rei lo sguardo e le lagrime;
70reo quel rimorso istesso
che mi sovrasta e indomito
furor diventa in me.
Né inorridisci? E, languida
su me volgendo il ciglio,
75m’offri una pace, ingenua?
Come se il mio periglio
fosse tua colpa, e vindice
non lo movesse il ciel!
Deh, pel mio mal medesimo,
80pel tuo deluso foco,
cessa. Il furor, che m’agita,
al mio delitto è poco.
Cessa, i favor m’irritano
di tua pietá crudel.
85Viver fra rupi inospite
col mio rimorso atroce,
ove a’ miei lai congiungano
l’inaugurata voce
il gufo solitario
90il flebile alcion;
spettro devoto a Nemesi,
vagar di belva in guisa,
fin che m’accolga il Tartaro,
sanguigna ombra derisa,
95sono i miei voti... Ah celati...
cessa... Giá mugge il tuon.