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e l’altra, che piú forte
servi al fatai decreto,
e con la propria morte
l’aspro destin d’Admeto

95magnanima cangiò.

Che se giá vecchio il mondo
rinnovellar si suole,
né al primo orror profondo
questa terrena mole

ICO informe ritornò;

del tuo lavor sovrano
frutto è, possente nume!
Ma deh! che non invano
il pronubo tuo nume

115chieggasi in questo di.

Che mai coppia piú*bella
vider le tue pupille:
né egual certo fu quella,
onde giá in Emo Achille

no terror del Xanto usci.

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