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25Ed Oggi pur, come per spiaggia aprica

affretta al rio, che vede,

cerva assetata il piede,

bella quant’altra mai vergin pudica

corre a offrirsi, fuggendo i patrii lari,
30vittima volontaria ai santi altari.

E lá, dov’ella move, in fogge elette
sciolgon le muse il canto,
or ne’ chiostri soltanto
sterili applausi a mendicar costrette;
35giá che dei grandi le superbe voglie

mal le soffron d’ intorno a regie soglie.

Or, poi che il fato a la crostumia riva,
ch’oggi i tuoi fasti onora,
guida i miei versi ancora,
40dimmi, o diletta al ciel vergin, che schiva

tanto le umane affezioni aborri,
sai tu ben quel che lasci e dove corri?

Ah ! pria che quel tuo crin, preda de’ venti,
cada reciso al suolo,
45odi un momento solo,

odi i non lusinghier liberi accenti,
che, provocato al suon de l’aurea lira,
insolit’ estro a le mie labbra inspira.

Io non t’adombro il ver. Scabra inaccessa,
50è la via che tu imprendi;

e, se poggiar contendi,
pugnar ti converrá contro te stessa;
né basterá, per far tuo spirto invitto,
una vittoria sola, un sol conflitto.

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