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55Negar tue voglie, ed a l’altrui comando

serva far la tua mente;

a la stagione algente,

nel silenzio comun, vegliar pregando;

e, dopo molte aver preghiere sparte,
60impallidir su meditate carte;

frenar l’ire rubelli; attorte funi
cinger sott’ aspre lane,
e le voglie profane
con frequenti domar pianti e digiuni;
65fuggir lievi piacer, scherzi innocenti;

a le labbra talor negar gli accenti:

queste fían le tue cure. Al mondo intanto,
che al tuo pardr sospira,
volgi lo sguardo, e mira
70viver dal tuo quanto diverso, oh quanto!

Occhio v’ha forse a misurar che basti
le ricchezze, gli onor, le pompe, i fasti?

Lá palagi vedrai, dove fra immense
delizie pellegrine
75gode, odorata il crine,

libera gioventude a liete mense,
e, tra varie d’amor cure soavi,
schernir la fredda austeritá degli avi :

qui, dove avvien che ameno il suol verdeggi,
80cheti riposi e lenti;

lá, su le vie frequenti,
dorati cocchi in genial passeggi;
e tra il clamor de la notturna scena
magico suon di teatral sirena.

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