< Pagina:Poeti minori del Settecento II.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

Me Amor di nuovo imperio
30non graverá, ch’io creda;

egli, che ad altra tolsemi,
onde foss’io tua preda.

Fiamma, se i voti il mertano,
eterna ad ambo ei dia;
35che ognor l’istessa io troviti,

e nuovo ognor ti sia!

Pochi la Parca indocile
anni mi lasci omai:
se teco possa io viverli,
40sarò vissuto assai.

Tu (al desiato uffizio
ti serbino gli dèi)
colla tua mano chiudere
devi questi occhi miei.

45Richiameran tue lagrime

il fuggitivo spirto:
tu l’urna ov’io riposimi
coronerai di mirto.

Poi, dove i casi il chieggano,
50rasciugherai le gote.

Oltre alle fredde ceneri
amor durar non puote.

E Dido ancor serbavasi
fida all’estinto sposo:
55ombra gelosa e credula,

fu breve il tuo riposo!

Figlio dell’aurea Venere,
Giunon fuggendo e l’acque,
Enea discese ai vedovi
60novelli regni, e piacque.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.