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XIX

A MONSIGNOR D’ESTE, VESCOVO DI REGGIO

PRESENTANDOLO DI UN ESEMPLARE DELLA «ROMA SOTTERRANEA»

DI ANTONIO BOSIO, CON FINISSIMI RAMI.

Soavemente al cor s’apre il sentiero
oggetto che rimembri antico bene,
e gradite ritornano al pensiero
dei trascorsi piacer l’ore serene.

5Dolce sul mar soccorre al navigante

la madre e la fedel moglie pudica,
e dolce volge in suo pensier l’amante
il volto e il sen de la lontana amica.

Qual meraviglia che al tuo cor si grato
10torni il Celio sovente e l’Aventino,

se, per ben quattro lustri, ospite amato
t’ebber le mura che fondò Quirino?

Scòrto da’ versi miei, soave oggetto
a te fia dunque e a’ desir tuoi conforme
15questo don, che del Tebro a te diletto

le prische addita sotterranee forme.

Forme che, a miglior uso indi rivolte,
effigiar piú splendide e piú belle
in lunghe logge e istoriate vòlte
20il fiorentino e l’urbinate Apelle.

Sia pietade, sia fasto o di natura
voce che parli in flebil suono interno,
fu sempre, il sai, religiosa cura
compor gli estinti e farne il nome eterno.

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