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XXIII
AL DEFUNTO
MARCHESE RANGONE MACHIAVELLI
Tregua a’ tuoi lai frequenti,
ombra onorata, e m’odi.
No, non portáro i venti
dovuta a le tue lodi
5la mia giurata fé.
T’amo qual eri ai giorni
del tuo splendor piú puro:
né gli elisii soggiorni
han de la tua, tei giuro,
10ombra piú cara a me.
Tacque giá sul vorace
tuo rogo il mio lamento,
qual dopo il fulmin tace
presso l’ucciso armento
15lo stupido pastor.
Adria poi m’ebbe, è vero,
l’Adda e il lemanio lago:
ma tu fedel pensiero,
tu prediletta imago
20eri di questo cor.
Chi piú de* miei contenti
conscio, se tu noi sei?
Lasso ! e ne* tristi eventi
chi degli affanni miei
25consolator sará?
Poett minori del Settecento - 11. 19
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