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D’antica fé sincera
tu specchio al secol empio
meco bevesti intera,
raro ne’ grandi esempio,
30la coppa d’amistá.

Quando d’orgoglio e fasto
anima piú digiuna?
quando mai cor piú vasto,
o in splendida fortuna

35vedrò candore egual?

Ma, se l’ignavia ha lode,
se il merto al vizio cede
e la virtú a la frode,
senno e incorrotta fede

40ai turpi di, che vai?

Vinse gli achei portenti
Canova, e ai tardi lustri
vive, di due Clementi,
sol pel triregno illustri,

45le forme consegnò.

Ebber da si gran destra
moto e calore i marmi; e franca arte maestra
d’ambiziosi carmi

50le basi ne segnò.

E te, il cui nome altero
per miglior suon rimbomba,
peso a terren straniero
e senza onor di tomba

55rustico lido avrá?

Oh! destinata i falli
ad espiar degli avi,
oh a mimi, ad orgie, a balli
e al vil canto dei Bavi

60troppo venduta etá!

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