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XXV

LA FELICITÀ

ALL’AMICO TITTA CONTI,
EGREGIO TRADUTTORE DI CLASSICI SPAGNOLI.

Lungo le rive del Lamon, de TArno,
lungo l’Adria e il Ticin, di giorni lieti
io con la cetra in traccia errai, ma indarno:
tu invan li ricercasti in riva al Beti.

5Sogno di fresca etá! Non per tesoro

d’indica Teti o di sabèa pendice,
non per riso di re, per forza d’oro
od aura popolar, l’uomo è felice.

Felice è quei cui giovanil pensiero
10mai non distolse dal paterno tetto,

e mai non fu di mecenate altero
gli scherni e l’ire a tollerar costretto.

Felicissimo poi chi, de l’infida
corte fuggendo il lusinghier baleno,
15arbitro vive di se stesso, e guida

giorni ignorati ad erma villa in seno.

Tutto a lui ride, o che al cultore appresti
util lavoro, o che, cultore anch’ egli
d’antica spina, a duro tronco innesti
20peregrine delizie e a l’orto ei vegli.

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