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25Giá casti incensi ai magni eroi d’Atene,

vivi per man di Policleto o Scopa,
ardean le muse; ed ora un Pitt gli ottiene,
face d’Europa.

Quanti a te giungeran nomi d’ingegni
30ammirandi a la plebe e vili al prode!

e quanti oblio ne coprirá, che degni
fóran di lode!

Mentre chi oppor seppe costante il petto
de’ suoi campi al tiranno, a un Appio impuro,
35e che, ignoto a te, more in umil tetto

un Tullio oscuro;

de* miseri lor regni infamia e peso,
forse del tuo favore un di fien lieti
il Vitellio de l’Elba o il vilipeso
40Claudio del Beti,

Fiera de la sarmatica ruina
e de* taurici allori e degli eoi,
che non fé’ per brillar l’ingra reina
ne’ fasti tuoi?

45Lá dove altera i veleggiati flutti

col finlandico mar mesce la Neva,
udrai ch’ella con Temi i geni tutti
nutre e solleva.

Ma da perfido suol, da regno impuro
50il genio fugge di Caronda e Numa;

e le muse e le cariti d’Arturo

sdegnan la bruma.

Lei fra le pompe lieta e fra i portenti
di Babilonia e Menfi ivi traslati
55udrai, se fede a’ mercenari accenti

porgi de’ vati:

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