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Ei fu che agli occhi offersemi
cara beltá novella,
e coir usato imperio
60disse: — Arderai per quella. —
Arsi: tra ’1 foco insolito
tu mi tornasti in mente:
tuo sdegno e tuoi rimproveri,
tutto ebbi allor presente.
65II nume io stesso, io supplice,
pregai, sicché cessasse:
fei voti onde men rigido
tua preda a te lasciasse.
Ma da sue leggi ir libero
70chi può, se a lui non piace?
Vivo il novello incendio
tien coir eterna face.
D’ogni timor qual siasi
il dio mi vuol securo,
75mentre il rimorso togliemi
perfin del mio spergiuro.
Eco gentil, dolendosi
del suo crudel Narciso,
in voce ignuda ed arida
80cangiò le membra e ’1 viso.
Clizia, affannosa driade,
in croceo fior cangiata,
tien vòlta al caro Apolline
la faccia abbandonata.
85Tregua a sospiri e a lagrime,
fine alle tue querele,
onde gli dii non t’abbiano
pietá cosi crudele.