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25vieni: il leteo papavero

scuotan le tempie ingombre,
e le grand ’ali fendano
le pigre e rigid* ombre.

Racchiusi usci non vietino
30a te che non t’inoltri,

e inosservato e placido
giugni alle fide coltri.

Piú cure aspre e sollecite
lor troverai d’intorno,
35ferme di non rimoversi

indi neppur col giorno.

Ma inaspettato e carico
d’oblio liquor le asperga,
o lor toccando dissipi
40la taciturna verga.

Se sulla sponda assidesi,
Amor si corchi e taccia,
o altrove il volo movere,
finché tu stai, gli piaccia.

45Non manca ov’ei rivolgasi

sul! ’ instancabil ’ ali ,
se al regno tuo soggiacciono
gli dii, non che i mortali.

Che piú? Se al chiesto uffizio
50altro s’oppon, si toglia;

e a te fedel silenzio
guardi la muta soglia.

Col dito al labbro ei rigido
il passo a ciascun vieti,
55solo l’entrar sia libero

a miti sogni e lieti.

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