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XXII
ALL’AMICA GELOSA.
Deh, per pietá! silenzio
al rio sospetto imponi,
ed alla guancia tenera
la bianca man perdoni.
5Certo Megera allegrasi
dell’ira tua non vana,
e scote i serpi ed agita
al sen la face insana.
Se frutti Amor fa nascere
10tanto al tuo ben funesti,
sempre infecondo e sterile
per nostro meglio ei resti.
Fati si rei promettere
al mio desir non parve
15quel di, che agli occhi attoniti
il tuo bel volto apparve.
Poco da te dissimili
per la fiorita etate,
al fianco tuo sedeano
20tre giovinette ornate.
Te lunge, ognuna a Venere
ugual sembrar potea:
tu v’eri allor; mi parvero
le Grazie, e tu la dea.
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