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25A Menelao che valsero

i larghi pianti insani?
che del tradito ospizio
dolersi ai dii spartani?

Sull’alta poppa immemore
30sedea la greca infida,

voti offerendo a Venere,
che lei promise in Ida:

e tu cantavi, o Proteo,
Grecia e ’1 superbo Achille;
35ma lieti i pin solcavano

le amiche onde tranquille.

Vanne: di cure insolite
i nòvi lari attrista;
reca perpetue lagrime
40in dote a chi t’acquista.

Io, se coll’atra Nemesi
i giusti preghi han loco,
io l’esecrate Eumenidi
a te propizie invoco.

45Sian teco, e teco ingombrino

gH aurati cocchi, oscene;
sian teco, e a te ministrino
contaminate cene.

Veglin con esse ai talami
50ombre al furor devote;

danzin nefande, e turbino
le piume al sonno ignote.

Oimè, che spero? Io pregoti
le dire nitrici invano:
55son meco, e ’1 cor mi serrano

colla gelata mano.

Poeti minori del Settecento - ii.

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