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— Ben vieni al nostro impero,
eroe felice, e a la nettunia fede
una vita al desti n sacra confidi.
30Ei ti serba a gran cose. I tempi il vero
chiaro faran, ch’or densa nube avvolge:
vanne, e bea di te stesso i patrii lidi.
A te serve e sue gemme
la molle Asia destina;
35apre America il seno, e gli aurei doni
versa al tuo piede e al tuo poter s’inchina;
trema l’Affrica ingiusta,
e a te dai lidi opposti
piega la fronte adusta.
40Tal da la greca terra
vidi uscir giá per lo tranquillo Egeo
e coprir l’acque mille navi e mille.
Fra cento regi congiurati in guerra
sorgea, degno onde gli altri avesser leggi,
45su la tessala poppa il forte Achille.
Teti gli azzurri sguardi
rivolti al figlio avea:
io ne l’asta fatai gli atroci fati
vicini a la spergiura Ilio leggea.
50O Simoenta! o mura!
o in tua bipenne invano
Pantasilea secura!
Altre il destino amico,
or che ’1 fraterno scettro impugni e reggi
55dolci speranze a Esperia tua promette.
Te precede la pace, e al lauro antico,
onde guerriero onor t’ornò la chioma,
gli ulivi aggiunge e il suo favor promette.
Ecco r Europa intera
60arde dal Gallo al Scita;