Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
106 | facezie |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:118|3|0]]rispose l’usuraio, sono moltissimi che dànno a prestito con usura, e poca gente viene da me e non guadagno niente. Ma se gli altri si persuadessero di smettere, io farei il guadagno che ora tutti assieme fanno.” Questa storia mi narrò ridendo quel frate.
CLVIII
Novella facetissima del cuoco Giannino.
Giannino, cuoco di Baronto Pistoiese, che aveva fatto il cuoco anche a Venezia, narrò al pranzo dei segretari una novella molto faceta. Fuvvi una volta un Veneziano sciocco che fu offeso da un’ingiuria, e desiderava di avere dei figliuoli che glie la avessero vendicata. Ma la moglie era sterile ed egli pregò un amico, che diceva di essere assai abile artefice per procrear figliuoli perchè gli facesse questo favore. E l’amico pose ogni sua cura per far le parti del marito. Un giorno che questi, per non disturbar la grande opera, l’aveva lasciato a lavorare il campo, e passeggiava per la città, incontrò il nemico suo ancor più minaccioso dell’usato: “Oh! oh! disse il nostro uomo, taci tu, stolto; chè non sai ciò che contro di te si faccia in mia casa; e se tu lo sapessi, freneresti le tue minaccie e penseresti a te stesso. Si fa, sappilo dunque, si fa quello che farà poi le mie vendette.”
CLIX
Di un Veneto sciocco che essendo a cavallo
portava gli speroni in tasca.
Ci raccontò ancora una simile sciocchezza di un altro Veneziano, il quale, essendo montato a cavallo per andare in villa, teneva gli speroni in tasca. E poichè il cavallo lentamente camminava, egli lo batteva spesso nei fianchi co’ talloni: “Ah! non ti muovi? gli diceva; se tu sapessi che cosa ho in tasca, tu cambieresti il passo.”