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CLXXIX
Di una donna che si credeva lodata udendo dire
che era molto aperta.
La moglie di un tale di Siena era coll’amante nel giuoco, e, dopo questo, avendogli egli detto per contumelia che non aveva mai trovato donna meglio aperta, ella credendo che ciò le tornasse a lode: “Questo che dici, gli rispose, è per bontà tua, non per merito mio; magari che quello che mi hai detto fosse vero! che io per questo mi riputerei più nobile e degna di maggiore stima.”
CLXXX
Facezia detta da una giovane
che era sotto il dolore del parto.
Una giovane di Firenze, un po’ vuota di testa, era nel parto e soffriva atroci dolori; e duravano già da molto tempo, quando la comare, con un lume andò ad osservare di sotto se il bambino non stesse per uscire, e la partoriente le disse di guardare anche dall’altra parte, perchè qualche volta il marito aveva preso quella via.
CLXXXI
Di uno che lodò grandemente un giovane romano.
Uno de’ miei amici lodava assai un giovane romano di bellissime forme, e oltre ogni dire virtuoso, che coltivava le buone lettere, e ne esaltava la bellezza e il costume. E infine, dopo averne fatte molte lodi: “Io penso, disse, che nostro signor Gesù Cristo alla sua età non fosse altrimenti.” Enorme elogio della bellezza, che nè Cicerone nè Demostene avrebbero saputo dire!