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facezie 133

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:145|3|0]]no, non mi tediate più con questo affare; chè io ho ingannato al mondo molta gente che aveva la barba anche più lunga di quella di Ciriaco.”


CCVIII

Di una vedova che desiderava un marito

di età avanzata.

Una vedova diceva ad una vicina sua che per quanto essa non curasse più le cose del mondo, avrebbe tuttavia desiderato un uomo tranquillo, di età matura, più per vivere assieme e per aiutarsi scambievolmente nella vita, che per altra ragione, perchè meglio alla salute dell’anima doveva porsi pensiero, che alle miserie della carne; e quella promise di trovarle un uomo di tal fatta, e il dì dopo venne a casa della vedova e disse che glie l’aveva trovato, e che aveva tutte le buone qualità che ella desiderava, e specialmente quella da lei preferita, ossia ch’egli era privo di ciò che hanno gli uomini. E la vedova allora: “Costui io non voglio ad alcun patto; che se manca il piacereFonte/commento: ed. 1884 e 1885; lat: pacialis (con questo nome chiamava il generante) poichè io voglio vivere in pace col marito, chi si farà mediatore, se quando, come avviene, nato un grave alterco fra di noi, ci sia bisogno di alcuno che faccia ritornar la concordia?”


CCIX

Di un frate che ingrossò un’abbadessa.

Un frate dell’ordine dei minori amava un’abbadessa di un convento di Roma, la quale io ho conosciuta, e la richiedeva spesso di giacer seco; e la donna non voleva, per timore di concepire; e spaventata per la pena che ne avrebbe avuta; e il frate le promise un breve (come li chiamano) che ella avrebbe portato appeso al

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