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facezie 169

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:181|3|0]]seggiava con la madre: “Costei, disse per scherzo, è una giovinetta bella e molto graziosa.” L’altra, fatta insolente da tali parole: “Non si potrebbe, rispose, dire altrettanto di voi.” “Oh, sì anzi, disse l’altro, se uno volesse mentire come ho fatto io con voi.”


CCLXXI

Risposta faceta ma poco onesta di una donna.

Uno Spagnuolo amico mio mi raccontò di un motto arguto di una donna, il quale mi pare debba aggiungersi a queste nostre storie. Un tale, di età matura, condusse in moglie una vedova, e nella prima notte, servendosi del matrimonio, trovò la stanza più larga di quel che credeva: “Amica mia, le disse, questa tua stalla è più grande di quello che abbisogni al mio armento.” E la donna: “Ma questa, rispose, è colpa tua; poichè il marito mio che morì (e che Iddio gli abbia misericordia) la riempiva così bene, che spesso i becchi non trovavan posto e stavano di fuori.” Risposta arguta e graziosa.


CCLXXII

Osceno confronto coi denti che ciondolano.

Un vescovo, che io ho conosciuto, aveva perduto qualche dente e ne aveva altri che ciondolavano, e temeva della loro caduta. Un giorno gli disse un amico: “Non temete, i denti non cadranno.” E chiestane la ragione: “I miei testicoli, rispose, già da quarant’anni ciondolano, pare che cadano, e non son mai caduti.”

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