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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:32|3|0]]godeva e lasciava sfuggir qualche rumore, il marito temendo che il prete non passasse nel campo suo: “Bada, gli disse, o amico, di stare a’ patti e servirti della tua parte e lascia stare la mia.” “Che Iddio mi aiuti, rispose il prete, chè la tua non tengo io in gran conto, purchè mi possa godere i beni della chiesa.” Con queste parole si quetò l’uomo sciocco e invitò il piovano a godersi liberamente della parte ch’egli aveva concessa alla chiesa.


VI

Di una vedova accesa di voglia con un mendicante.

Sono gli ipocriti la gente peggiore del mondo; e un giorno si parlava di questa genìa in luogo dove io ero presente, e diceasi che essi hanno ogni cosa in grande abbondanza, e che avidi come sono di dignità e di ricchezze, pure simulando e dissimulando pare che gli onori a malincuore ricevano e solo per ubbidienza a’ superiori. E uno degli astanti disse: — Rassomiglian essi ad un certo Paolo, uomo santo, che abitava a Pisa; un di coloro che si chiamano Apostoli e che sogliono sedere alle porte senza nulla domandare; — e a noi che gli chiedevamo chi fosse: — Questo Paolo, disse, che per la santità della vita era detto il Beato, soleva assidersi alla porta di una vedova che gli dava in elemosina il cibo. Essa, vedendo spesso costui che era assai bello, se ne invaghì, e un giorno, dopo averlo cibato gli disse di venir il dì appresso, che gli avrebbe preparato un buon pranzo; e giacchè egli venne spesso, così un giorno ella lo invitò ad entrare a mangiare dentro la casa, e avendo egli aderito, e quando ebbe il ventre pieno di cibo e di vino, la donna, matta di voglia, lo prese ad abbracciare e a baciare, giurando di non lasciarlo partire, prima di aver tutto fatto; ed egli finse di non voler sapere del giuoco, anzi di detestare l’ac-

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