< Pagina:Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

facezie 45

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:57|3|0]]richiese, gli domandò ancora del perchè Ridolfo non uscisse a battaglia fuor delle mura; e il cavaliere, dopo aver detto varie ragioni, fu rimesso in libertà e tornò a’ suoi. Allora Ridolfo gli chiese che cosa si facesse nel campo de’ nemici, e che gli avesse detto Bernabò, e quale era stata la risposta del cavaliere per scusare in vario modo che egli non fosse uscito dalla città: “E tu, disse allora, hai molto male risposto; torna tosto da Bernabò e digli che Ridolfo non esce dalla città per impedire a lui d’entrarvi.”


LI

Altra risposta faceta di Ridolfo.

Lo stesso Ridolfo nella guerra che i Fiorentini fecero con Gregorio decimo stavasi or dall’una or dall’altra parte. E interrogato del perchè mutasse così spesso bandiere: “Perchè, rispose, non posso a lungo giacere su lo stesso fianco.”


LII

Come i Fiorentini esposero il ritratto di Ridolfo

come di un traditore.

Dopo questo i Fiorentini lo tennero reo di tradimento, e la sua effige, come quella di traditore, fu posta ne’ luoghi pubblici. Dopo qualche tempo egli, udito che i Fiorentini mandavangli messaggi di pace, il giorno in cui questi giunsero, si mise a letto, fe’ chiudere le imposte e ordinò che lo coprissero di pellicce e per quanto corresse il mese d’agosto fece accendere il fuoco; e fece poi chiamar gli ambasciatori, i quali gli chiesero che male avesse: “Ho freddo, rispose, perchè sono stato per tanto tempo e anche di notte esposto all’aria sui vostri muri.” Con questo egli alludeva alla pittura che i Fiorentini avevano esposta e che poi come condizione della pace venne tolta.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.