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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:63|3|0]]
LXIV
Avvertimento di un tale.
Uno de’ miei compaesani, nel tempo della vendemmia, fu pregato da un tale di dargli a prestito qualche tino. Ed egli rispose: “Se do a mangiar tutto l’anno a mia moglie, faccio questo per servirmene in Carnevale.” E lo avvisò con questa risposta che non ponno chiedersi ad alcuno le cose che gli siano necessarie.
LXV
Detto di un di Perugia a sua moglie.
Quelli di Perugia hanno fama di buoni e lieti uomini. Una donna di nome Petruccia pregò il marito di comprarle un par di scarpe nuove per andare il dì dopo alla festa. E il marito acconsentì, e al mattino prima di andarsene le disse di cuocergli una gallina pel pranzo. La moglie, preparato il pollo, uscì sulla porta e vide passare un giovane che ella amava moltissimo, e, rientrata in casa, gli fe’ cenno di seguirla, allora che il marito era lontano; e per non por tempo in mezzo, ascesa la scala, si gittò per terra, così che dalla porta potevasi vedere. E si fe’ venir sopra il giovane, e strettolo con le cosce e co’ piedi se la godevano allegramente. Il marito, frattanto, che credeva che la moglie fosse di già ita alla festa e non tornasse a casa che tardi, invitò un amico a pranzo dicendogli che sua moglie non vi sarebbe stata. Giunti a casa, entrò pel primo il marito, e vista in cima alla scala la donna che moveva i piedi al disopra del giovane: “Ohè! Petruccia, le disse, pel culo dell’asino! (è la loro maniera di bestemmiare) se gli è così che tu cammini, non consumerai mai le scarpe!”