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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Poggio Bracciolini - Facezie, Carabba, 1912.djvu{{padleft:68|3|0]]vizi e lodandogli la virtù. Quando ebbe il vecchio finito: “Simone, disse il giovane, voi avete parlato con eleganza e con precisione, come ad uomo eloquente si conviene; ma io su questo argomento udii ben cento e più eleganti sermoni, e pur tuttavia non volli mai alcuna cosa fare di ciò che essi dicevano.” Non giovò più a quel di prima l’esempio, di quello che a costui un discorso.


LXXIV

Del Duca D’Angiò che mostrò a Ridolfo

un ricco tesoro.

In compagnia di dotte persone si parlava un giorno della vanità di coloro che pongono tante cure a cercare ed a comprare le pietre preziose. E uno disse: — A ragione Ridolfo di Camerino mostrò al Duca d’Angiò la sua stoltezza a questo riguardo, quando ei viaggiava pel regno di Napoli. Un dì che Ridolfo era andato a visitare il duca negli accampamenti, mostrògli questi un tesoro molto prezioso, nel quale erano brillanti perle zaffiri e tutte quelle pietre che si hanno in gran pregio. E Ridolfo vedutele, chiese quanto quelle pietre costassero e a che fossero buone; il duca rispose ch’esse avevano gran valore, ma che nessun utile davano. E allora Ridolfo: “Vi mostrerò, gli disse, due pietre che mi costano dieci fiorini, e che mi dànno duecento fiorini l’anno;” e condusse il duca, di questa cosa meravigliato, a un mulino che egli aveva fatto costruire e gli mostrò due pietre da macina, dicendogli che queste per utilità e per valore le sue pietre preziose superavano. —


LXXV

Dello stesso Ridolfo.

Questo stesso, ad un di Camerino, che per vedere il mondo voleva viaggiare, disse di andare fino a Mace-

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