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132 le selve

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Solo a lei giustamente si conviene
Del fulgor della lode andar ricinta;
Brama anzi, prima, essa la luce addurre
Ai futuri che ignorano, e la via
Schiarir che guida alle superbe cime,670
E dall’alto a chi sal porger la destra.
Colui che né dei posteri si cura,
Né della fama, dissennato in odio
Abbia le gesta altrui, la propria vita.
Onde la greca gente a me che sotto675
Le iliache mura combattevo, l’armi
D’Achille offerse in dono; e tu, poeta,
Le molte imprese, che, varcato il mare,
Condussi a fine, quello che soffersi
Di carme alcuno tu non degnerai,680
Tu, cui solo codesta opra richiede?
Tu, cui dal seno esuberante sgorga
Del mio dir la mirabile opulenza?




Solaque se merito laudum fulgore coronat;
Quinetiam ignaris praeferre tiepotibus optat420
Prima facem, ac monstrare viam quae tendat in altum
Culmen, et e celso scandenti porgere dextram.
Quem neque posteritas neque tangit fama superstes,
Nempe aliis exempla, sibi vitam, invidet amens.
Ergo sub iliacis tractantem praelia muris425
Grajus achilleis populus donaverit armis;
Tu vero emenso quae gessi plurima ponto
Quaeque tuli, nullo, vates, dignabere cantu,
Quem solum vocat iste labor, cui pectore pleno
Defluit ille meae felix opulentia linguae?430

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