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^**5^ ’» pàà’Jwwfa, ée l’Vm è t mieto Amorno,doxZ de nafte,xbèì imomoj ri aio non pofi* efier altro ^Amorno, che trottami dell’intiero j il chefi conferma dalprezzo dello ffe/Z Jo Amornofilato, che non e molte differente dal prezzo dell’vuas l* onde argomentar fiéue, che t Amorno filato non è molto afferente di bontà dall’natta fleffa, &pmiiam,defffi credere, che l Amorno filato altro nonfia, chele particole; o fiagmenti dell Amorno intiero. ^ffe fi creda,che t Amorno f**f! -fi’( en< ^ etM fiJfiro li-firmenti,/pelati? ’ impetciochefi come [intiera pianti nonbatte»* alcun ■vfi:, $»omU appresogli Antichi d’alcun rvalore-, come ficauadaPlnm, cosine anco li (armenti/pelati dell’Amino non por e nano hmerprezzo alcuno, benché anco efier poi-effe., che li. fila, tori cotifrau’de alcunapontonedì (armenti fp escati me fi. tmmfmndfragni enti. J NafcirurA in Armenia parte, qua? vocarur Oche ne > ^! Q ^ ec ^ a ’ Ponto. Tatto che?uua del?Amo ~ mofojje ciglt ^Antichi conofiutiffim* > mltadìwemilpaefè^» che nutrì uà l &Amomo>eram<er> tossiche non medicarono feritimi x che di fiero rettegli in Armenia fin Medi*in Ponila/cefies ma Plinio, (come anco fece f Vìofbride} ha pie/iato que/U partì ce Ila da quegli ScrittoriJa qual pare un aggiunta fat:* dapoi il compimento deli? hi fiori* dei? Amorno^neil*_, quale Mimo fim&fio d’altrui parere > che di p ropri’a openio-* ne deforme i p de fi, che liAmomoproducono; imper cioche quanto alla propria openione di Plinto s’appartiene, già egli f riffe utfopra y che l qM moina e Indiano. Ma f uoghamo anco concedere j che Piimo habhia ragionato diproprio parere’ x
non yhitperò cmtr aditi ione alcunaAhelfim^? altrafpe**