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m descrittone 2

dìjfìro: pei che pai a quefii mitri tempi queste p tante dell Atnomidiy & deff Amomofino cono fidate del tutto; perdo non pojfiarmmi giudicare y fi Plinio habbìa /mito ilrmm y cioè, che tAmomidefia meno.fìbrofa, & marno dura di quella> che fiali [epitimo Amomo 3 & fìmhnente anco incerti fiamo 3fi la pianta ddl’sAmomofiafienz^odore^come pare 3 chela ragion dperfiuada 3 ejfiendo cheapprcjjb gli Antichi non era d % alcun calore3 0 féfiojfiepm tafìo odoratadornepare y che in queflo Ino%o fùpponga ^Plinio, mentre ferme >cheFoAmomi de è meno ^odorata 3 cioè dello Heffio o/lmomes éMa quiui auuertifico y che FzAmomide e distinta dalla pianta deli 3 Amomo 3 non filo per te condi tieni narrate da fi limo 3ì/iaancoperche la pianta dell’zAmomo non ha frutti 3 come ben nota Diofioride 3 pare anco 3 che Labbiafaputo H?hmo * il quale ficrifietjmo* mi de effierAmomo immaturo s hauendo alldncontro la pianta dell 3 Am orno ifrutti racemofi t ojfiemo di più 3 che in queilo luogo lacommune lettione è corrotta 3 la qual legger * Mimas vetiofa* atque duiior. Perdoche fedAmowide è meno yenofa dello fi e)fio Amomo immaturo^ fien%a dubbio deue effier men dura dell 3 Amomo legidmo y pm il che legger fi deuc ^>. Minu^s venoia 5 atqitè dura $ cioè metto ffirofa^ meno duriti. Simile lifco & no mitre, & frutice Car4amomum> i’eminc ©blengey Metitur codem modo ^ & in Ara-» bia -,.Quatta©r eius-generar viridiffimiimac pingue* acuti» anguKs ycomumax frangenti > quod maxime laudatili - Proximum è ruffe candicans. Tertium

breuiusj at^uenigrius 0 Peius taqaen varinm> ac fa*

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