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130 | l’amor coniugale |
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che senza fiamma e senza luce e senza
splendore, fumigando
a poco a poco cenere si fa.
V
SI LAGNA CON LA MAGGIORANA DELLA
MORTE DEL FIGLIO LUCIO
Piccola maggiorana
nuda di foglie e fiori,
perché sí mesta e squallida tu sei?
Languida le tue fronde
e disadorna il seno,5
perché in veste sí lugubre tu piangi?
Forse anche tu con le rïarse guance
piangere puoi? Ti manca
chi t’annaffiava con l’argenteo vaso
versando l’acqua alla tua sete, quando10
ardeva il dí canicolare i fiori.
Ora ti resto io solo,
povera pianticella,
e alla tua sete altro non dò che lacrime.
Prendile: son d’un vecchio15
al par di te infelice.
Memore de’ suoi baci
queste trecento lacrime
per l’acqua ch’ei ti dava ecco ti verso:
per la rugiada ne darò altrettante,20
ed altre ancora degli amplessi amati
memore e di sua grazia
e della compagnia cara e gentile.
Tu novello vigor da queste avrai
nuove fronde vestendo25
vanto di foglie nuove,