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poesie d’argomento affine 135

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Contèntati alfine: ed il latte e il miel della sede beata
fluiscano alle labbra del caro figlio tuo.40

Ma la canizie mia, la tarda mia età disprezzata,
priva di tanto appoggio, priva dell’opra sua,

nuda giacendo, priva dei cari nipoti: da sola
sarà alla mensa al letto, sarà la notte e il giorno.44

Ahi che del nostro sangue ormai piú non cresce un erede,
né alcuno piú con blanda voce saluta l’avo.

Non chi consoli i freddi inverni davanti alla fiamma,
garrulo e a me davanti scherzi coi cari giochi.48

Deserte le stanze ed i letti, deserto sta il mio focolare,
e il portico che pieno era di tante voci:

tutto m’è ostile: e nulla, né l’aura né l’ombra, né il canto,
piú mi diletta, o cetra, danze non piú e corone.52

Piú non mi piace il sonno: e quella che sola speranza
era, di nuova prole, già m’abbandona ormai.

Non piú dei nipoti la voce, sí cara! o mia moglie diletta,
soccorri a questi mali, allevia i danni miei.56

Dunque con me la notte, con me nella stanza e nel letto
vieni, e i notturni amplessi noti ricerchi, o sposa:

ché se poi teco porti gli abbracci del figlio e i suoi baci,
se alla mia sete, o cara, porti le sue parole,60

grave non m’è la canizie, non m’è la vecchiezza di peso,
ma l’aura e l’ombra amiche del sogno mi dilettano.

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