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poesie d’argomento affine | 137 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:149|3|0]]
Ma la bontà e la legge e l’ordine fisso in natura
ànno in comune accordo codice e norma eguale.88
Morte non sfugge alla legge che a lei la natura prepose:
essa l’ossequio adempie e l’obbedienza sua.
Cedere dunque conviene: la saggia ragion ci ammaestra,
non essere agli umani oltre la tomba i mali.92
Dunque alla morte cediamo che il mal non conosce, recando
al travagliato cuore la desïata quiete.
Auguro a te felici, o figlio, i dí dell’Eliso
e a me teco sia dato d’esser felice ancora.96
A te che già libero appari da tutti gli affanni terreni,
a me che stanco attendo l’ora del mio destino.
Ma tu nel cielo ormai già vedi le stelle raggianti,
note a te già da tempo dalla paterna voce.100
Urania di nuovo ti mostra il volto e l’ufficio dei numi,
musa divina Urania, al padre tuo ben nota.
Figlio, il piacere è nato a te dalla morte e già godi
della divina vista e dell’eterna vita.104
Che se alla morte tua dolori ed affanni lasciavi
furon retaggio al padre, furono sorte mia.
Manca del frutto la vita: ché tolta mi fu del mio sangue
la discendenza, sterile albero senza frutto.108
Sola il dolore allevii, Tranquilla, ben degna nipote
del caro nonno e degna figlia di tale padre