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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Pontano - L'amor coniugale.djvu{{padleft:35|3|0]]
Pietà non senti?[1] vieta quest’oggi di piangere Imene:
di delizie serene presso è la notte lieta.
Non differire ancora l’amplesso del caro marito
verso il felice rito muovi il tuo passo: è l’ora.56
Bene varcasti, o diva: la soglia dei quieti suoi lari
bene alla destra pari, la destra tua s’univa.
Andate, abbracciatevi stretti, cingetevi il collo beati,
premio i futuri nati sïano de’ vostri amplessi.[2]60
. . . . . . . . . . . . . .
Stretti com’edera al ramo: le braccia alle membra avvinghiate
e le bocche baciate mormoreranno: t’amo!64
. . . . . . . . . . . . . .
Chiudete le porte: già il letto riceve i due giovani amanti,
occhi non vuol davanti il tenero diletto.68
Solo tu assisti, o Imene nuziale, alle lacrime, al riso,
al mormorio diviso, al combattuto bene.
Sposi, fin che alla terra il sole non torni, godete.
Desïata quïete, dopo sí lunga guerra!”72